lunedì 20 febbraio 2017

Cerere: scoperta la presenza di molecole organiche

Sulla superficie di Cerere sono state rinvenute per la prima volta tracce di materiale organico

La scoperta è stata pubblicata su Science rivista scientifica americana tra le più prestigiose – questa settimana: sulla superficie di Cerere, unico asteroide del sistema solare interno considerato pianeta nano, sono state trovate per la prima volta tracce di materiale organico, principalmente composti alifatici, ovvero una delle due grandi classi in cui si suddividono gli idrocarburi (l'altra è quella degli idrocarburi aromatici).

La scoperta è italiana: la ricerca è stata infatti condotta dall'Istituto Nazionale di Astrofisica per mezzo delle osservazioni dello spettrometro italiano VIR a bordo della missione spaziale Dawn della NASA. È la prima volta che i dati di una missione spaziale danno prova di una presenza così abbondante di molecole organiche alifatiche su un corpo celeste che non sia la nostra Terra.

La presenza dei composti alifatici su Cerere è ampiamente diffusa: essa infatti copre circa 1000 chilometri quadrati della superficie del pianeta nano. Questa vasta regione si trova nelle vicinanze del cratere Ernutet, ma ne sono state rinvenute tracce anche in piccole aree più lontane.

I ricercatori hanno ipotizzato due possibili cause della marcata concentrazione di materiale organico nei pressi del cratere Ernutet: essa potrebbe essere dovuta all'impatto su Cerere di un corpo celeste ricco di composti alifatici o alla diretta formazione di molecole organiche sul pianeta nano.
L'ipotesi più accreditata è la seconda: in questo scenario i composti scoperti sarebbero il prodotto di processi chimici innescati da attività idrotermale.


Come spiega Cristina De Sanctis, coordinatrice del team che si è occupato della ricerca, la scoperta è importante perché i composti alifatici «possono essere considerati i "mattoni" che costituiscono molecole legate a processi biologici».
Questo, assieme all'abbondanza di filosfati – principalmente argille, come ci spiega De Sanctis – composti ammoniati e ghiaccio d'acqua, nonché la più ingente distribuzione di carbonati al di fuori della Terra, significa che ci troviamo di fronte a un ambiente favorevole al possibile sviluppo di una chimica prebiotica.

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